mercoledì 28 ottobre 2009

Stupore infinito




Aspetto, passano i treni, il caso, gli sguardi.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare. Quale immensa novità tornare ancora,
ripetere, mai uguale, quello stupore infinito!



E finché tu non verrai, io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni, delle scie.
Immobile.


Nota a margine: la poesia è di Pedro Salinas - da "La voce a te dovuta" LIX - Le foto sono mie

mercoledì 14 ottobre 2009

Non sarò mai artista


L'arte di arrangiarsi o arrangiarsi senza arte?
Non sono mai stata prima, dunque sto nella seconda,
mediocremente mi mimetizzo tra gli arrangiatori.
Se potessi scegliere, tuttavia, preferirei arrangiarmi meno,
e sognare di più, possibilmente da sveglia, chè ci vuole tanta energia e adrenalina, per i sogni miei..
Nell'attesa, dell'arte e dei sogni, vado a letto, e domani riparto..solito treno, soliti binari..

P.S. la foto è mia, e pure il libro, anche se non c'entrano niente coi sogni e con l'arte..Stavo solo per addormentarmi al sole ..ma mi son trattenuta per fissare quest'immagine..

martedì 6 ottobre 2009

Respiro

..a volte bisogna tuffarsi in acqua per volare, abbandonare le certezze e RESPIRARE..




p.s. questo film, uscito nel 2002, mi ha letteralmente rapita, per l'intensità dei personaggi, delle immagini e del tema trattato(l'essere border line..o semplicemente aniticonformisti..o, perchè no? folli! Beata follia!)

mercoledì 29 luglio 2009

Mare




Lo vedo così, tra le mie gambe
e ci costruisco un ponte..

P.S. la foto è mia, e la gambe pure

domenica 19 luglio 2009

Punti di riferimento



Punti di riferimento:

Ognuno ha i suoi.
Il mio è nel mare.
Non sta mai fermo
e non garantisce stabilità
ma è più leale e forte
d'un palo piantato a terra.
Quest'anno è arancione, il mio punto di riferimento
e non so ancora se sia una questione di sbiadimento (del rosso)
o di aggiunta e sovrapposizione (del giallo).

Sta di fatto che la mia boa è diversa.
E' sempre mia, certo,
e c'è
e si sposta sempre come sempre,
al ritmo di onde e di maree.
Ma è diversa.

E' insostituibile, per me, e se lei muta, io cambio con lei.
Sarebbe inconcepibile un'estate senza boa,
da raggiungere
e inseguire
e a cui ancorarmi
sognando di sirene
con gli occhi a pelo d'acqua.

Ritrovo me stessa, insieme a lei.
E mi scopro timido pesce
forte solo della mia boa,
arma d'attrazione e distanziamento,
e bussola di mare
per non smarrire la riva.

Se vuoi trovarmi sono sempre lì,
alla mia boa,
quella di destra,
da cui vedo la riva e gli amici sempre a sinistra
dalla parte del cuore.


(lo foto non rendono bene, lo so, ma è solo che sono banalmente mie, tranne quella della boa, che però ho messo perchè era l'unica, di una boa, che mi piacesse un pò..)

mercoledì 24 giugno 2009

Giostra

Sono in una giostra
Chi è che muove? E chi osserva?
Non è mica scontato.
Ed io guardo e muovo
e sono mossa.
Vortici di orbite
Occhi, capelli
E bocche mute
Si affollano e poi si diradano,
Sempre invitanti, sempre inebrianti.
Non voglio scendere da questa giostra.
NO NO NO
Però barcollo.
La testa è una vertigine
E i miei sentimenti son cavallucci.
Che girano appesi ai ganci
E girano e tornano e partono
Innamorata della giostra e del giostraio.
O del meccanismo?
Trattienilo, un cavalluccio
e fammi felice.
Poi i tuoi sentimenti, regalali a chi vuoi,
e quello per me,
tienilo in serbo
curalo e trasformalo
ma non farlo scendere
dalla tua giostra

martedì 19 maggio 2009

Pensieri

mi perseguita un senso di inadeguatezza
la sensazione di mancare le coincidenze
e una sfrenata curiosità
Però mi zavorra la paura del dolore
e della perdita
specie di chi non ho mai avuto
e che forse non raggiungerò mai

L'immagine è tratta dal sito di Fabrizio Pozzoli a questo link

sabato 16 maggio 2009

Un pezzo di storia: "Manuale pratico per alieni appena sbarcati - il libro




Qualche settimana fa, in un altro "luogo" del web, sono stata coinvolta in un gioco, una sorta di sfida: scrivere un manuale pratico per alieni appena sbarcati. Io, che non sono mai stata in grado di scrivere storie, se non semplici "inizi", o brandelli di storie, ho contribuito così, con questa storiella scritta di getto, e, nella parte finale, col contributo di un'altra persona, E.
..
...da non trascurare, poi, un oggetto tradizionale di uso terrestre, che va spiegato nei dettagli più di altri oggetti, in quanto uno dei più lontani dalla civiltà e dalla mentalità aliena: il libro. Gli alieni vivono in un mondo ipertecnologico, in cui ogni gesto è facilitato da un aggeggio meccanico. Pensate che ininiziano la loro giornata lavandosi e mangiando restandosene comodamente a letto. Un timer programmato all'ora prescelta, prima che essi finiscano il loro sonno - perlatro diurno, chè di notte danno i meglio delle loro potenzialità, in assenza di luce naturale - consente loro di aver già assolto a queste fondamentali funzioni, ottimizzando il tempo al meglio. In un mondo così c'è assai poco spazio per la fantasia, tutto è previsto, ideato, progettato ed i margini di personlizzazione si riducono alla scelta tra le varie opzioni già esistenti. Anche per raccontare una storia, dunque, come ad esempio l'incontro della Madre (colei che, generando, ha diritto ad organizzare il nucleo alieno) con colui che le consentirà di continuare la specie, l'esposizione si snoda attraverso le immagini, reali, di ogni momento di questo incontro, catturato dalla foto-video-camera che ogni alieno ha incorporata nella fronte fin dalla nascita. I ricordi sono superflui e fantasticare è uno sforzo inutile, oltrechè eccessivo, basta il dispositivo frontale. Ad un alieno che vive in un simile mondo, va da sé che spiegare cosa sia un libro, l'oggetto che apre la mente ad orizzonti sconfinati di fantasia, è cosa difficile, occore specificare tanti dettagli e, per essere sicuri che essi, dopo la spiegazione abbiano capito, si consiglia di fare una verifica di prova. Si può cominciare dicendo che il libro è una specie di album fotografico, in cui le scene, con gli oggetti e/o gli individui vengono descritti in modo "astratto", ossia senza supporti che ne riproducano la loro forma reale. Poi si potrebbe spiegar loro che un libro contiene un numero variabile di parole che, grazie ad un incredibile numero di impulsi celebrali, penetrano nel nostro encefalo dandoci l'immagine, creata dalla fantasia e dall'immaginazione, della "cosa" descritta dalla parola. L'alieno, essendo sviluppato per estendere la propria (limitata) immaginazione su cose o persone predefinite e non modificabili potrebbe avere qualche difficoltà nel momento in cui dovesse arrivare alla 'pratica' del libro. Si potrebbero eventualmente verificare alcune delle seguenti anomalie: A) Immane confusione mentale e conseguente svenimento della creatura extratterrestre. B) L'alieno potrebbe pensare che quell'attrezzo, per come l'abbiamo descritto, non sia altro che un teletrasporto e, sopraffatto dall'idea, ci si potrebbe tuffare dentro, scoprendo che in realtà è costituito da un qualcosa chiamato "carta" e non da microcapsule termo magnetiche ad alta velocità. C) La creatura potrebbe studiarne la forma e la composizione nel giro di pochi minuti grazie alle sue evolutissime capacità di percezione della materia solida, ma alla fine ciò lo ricondurrebbe alla anomalia A. Nel caso l'alieno dovesse capire, per un assurdo scherzo del destino, cosa è e qual'è la funzione di un libro, non arriverrebbe a leggerlo a causa della sua predefinita immaginazione, ma potrebbe raccontare ai suoi simili del pianeta Wankh una delle più antiche macchinazioni (cartacee) della specie che vive su un azzurro pianeta ai confini più remoti della galassia. Chiaramente per preservare la sicurezza del pianeta Wankh è meglio non dire nulla ai conquistatori galattici, che potrebbero approfittare dell'idea per tramortire psicologicamente i nostri affettuosi e limitati extratterrestri.

giovedì 9 aprile 2009

Senza parole, solo palline da golf

Non sono per niente insensibile a quanto è successo in Abruzzo, anzi, la cosa mi ha lasciato un profondo senso di dolore e impotenza, ma in questo "posto", in questo mio blog, dove mi ritaglio spazi per la parte più nascosta, e più libera di me, oggi mi va di mettere questo video, tratto dal film di Kim Ki Duck "Ferro tre - la casa vuota". Di questo film, il meno duro, forse (almeno tra quelli che io ho visto) di questo regista, l'incomunicabilità, la solitudine, il dolore e la violenza trovano delle strane vie per "scorrere", per passare e per far emergere qualche piccola speranza. Bellissimo quel modo di "parlare" muto tra i due protagonisti (non una parola, tra loro, in tutto il film, tranne una frase alla fine..), e quel linguaggio tra loro (solo loro) fatto di palline da golf tirate e rimandate, e poi quegli sguardi intensi, carichi di significato più di mille parole..

mercoledì 1 aprile 2009

Sto accanto a Keaton

..volevo starti accanto, stasera, farti riposare, la testa tra le mie gambe, o farmi tenere stretta da te, sul tuo ventre, o sulle ginocchia, a parlar di politica, di risparmio ed energia o di vita e di morte, o dei miei fiori in bottiglia e dei tuoi bicchieri bevuti, o delle tue sere solitarie e dei miei sabati al mattino..
Mi va bene anche così, senza sorridere,come sei tu, come vuoi tu, Keaton..


domenica 22 marzo 2009

Dedicato ad A.


Dedicato ad A.
T'ho vista disperata, alla ricerca di un mezzo, e di una metà.
E t'ho vista felice, pur senza godere.
Pensavo di dirti io, il come e il cosa.
E invece sei tu che segni punti,
sulla grandezza di un sentimento indefinito come l'amore o totale come l'amicizia.
E non ti importa di possederlo, il tuo uomo, ma di fargli solo un regalo,
il più grande che tu voglia, che lui desideri, e che forse tu non potrai mai: la sua serenità.
Io resto a guardarti, vederti sicura, finalmente sicura,
con le tue salde incertezze, di possesso e godimento.

Immaginare


Il bello del surrealismo è che non spiega e lascia massima libertà di vedere e di immaginare..
..magari io ci vedo un "calco" femminile, fatto di terra, concreta e fertile, accanto al bell'involucro di un dolce viso bianco che riposa..
Non me ne voglia Ray dalla tomba, nè gli intenditori d'arte.

giovedì 5 marzo 2009

Paure allo specchio

volti in biaco e nero dietro rosse inferriate. Immagine suggestiva

..a dire il vero l'immagine, di Pino Lia, sarebbe "cattivi pensieri-riflessi". Forse più banalmente, io ci vedo invece tanti "io" (o le mie tante "effe", che è lo stesso) riflessi allo specchio, con tutte le paure che lo specchio, impietoso e leale, mi rimanda.

sabato 14 febbraio 2009

Oggi piove



Oggi piove.

Per quello che vale, la foto è mia. ma è solo un pretesto. Per farti salire in macchina e vedere le stesse cose..

giovedì 5 febbraio 2009

Intervallo

Ogni tanto lo faccio. Mi prendo un intervallo. Esco leggera e mi metto alla guida. I pensieri passano avanti. Io poi li raggiungo.
Questo è l'intervallo di oggi.



Un tratto di strada
è quello che siamo
Una discesa al mare
di ciottoli e spuma
e di onde sbattute
Percorsi di desideri come maree
che avanzano e indietreggiano
e non sai mai se è un inizio quello che sono
oppure no

domenica 25 gennaio 2009

un pezzo di mail




..dimenticavo di dirti che negli ultimi giorni ho dormito male, sai, per via del bruciore di stomaco e per quel fastidio al braccio..Che poi non è nemmeno per questo, ma è vero il bruciore, e anche il braccio col suo dolorino sordo..Stamattina mi sono alzata alle 10. Ho recuperato, e devo aver sognato di te, che pure non ti sogno, ad occhi chiusi, intendo..e devi avermi almeno baciata..il letto era molto caldo e anche io..


Adesso chiudo, chè vado da L, sai, la "p
iccola" L. Sta poco bene. Ed il mio dvd con "la foresta dei pugnali volanti" e dei kiwi appena raccolti le farebbero piacere. E e a me di
vedere lei e, per una volta, contenta lei con le mie cose..

venerdì 2 gennaio 2009

Copiato d'autore: la prova del miele

L'amore, come lo vive e lo teorizza una donna musulmana, colta, che vive a Parigi.
L'amore tra testi erotici e immaginario orientali mescolato alla pratica "multi-uomo" di una sensuale e disinibita donna dei nostri giorni. In sintesi è questo ciò di cui parla il libro "La prova del miele" della poetessa siriana Salwa Al-Neimi, edito da Feltrinelli - I narratori - 2008.
In rete si trova già parecchio su questo romanzo. A me va di copiore qui alcuni brani, rigorosamente non in ordine di apparizione nel testo, ma secondo l'ordine più congeniale ai miei gusti e alle mie fantasie.
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||Il maestro sùfi al-Giunayd diceva: ho bisogno di sesso come ho bisogno di cibo. Io ho un bisogno fisico di acqua, di sperma e di parole. Questi tre elementi mi sono essenziali, senza di loro non posso vivere, regolano la mia sregolatezza e mi agevolano l'esistenza.
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Una volta, il Pensatore mi ha scritto una lettera. Una lettera che parlava d'amore. Mi sono detta: "Come può usare la parola amore?" Io la evito nel modo più assoluto, con lui e con gli altri. Non so cos'è l'amore, so cos'è il desiderio. L'amore appartiene ad un aldilà che mi oltrepassa, mi rifiuto di corrergli dietro. La passione, mia e dell'altro, la capisco, la vedo, la tocco, la respiro, vivo i suoi effetti e le sue trasformazioni. E' lei sola a condurmi per mano nei miei spazi inesplorati.
L'amore è per l'anima, la passione è per il corpo. Io non ho un'anima. Questa frase mi ha assillato anche prima che scoprissi che in una certa epoca le donne sono state private della loro anima. Da bambina, non ho trovato la mia anima. Da grande, non mi sono data la pena di cercarla. "Io non ho un'anima." Questa frase è scolpita nella mia mente, ha attraversato tutta la mia vita. Sono solo corpo, lo so, non possiedo nient'altro. Il mio corpo è la mia intelligenza, la mia consapevolezza, il mio sapere. Chi desidera il mio corpo mi desidera. Questo è il solo amore che conosco, tutto il resto è letteratura.
All'inizio, il Pensatore mi ha chiesto: "E' solo il sesso a tenerci insieme?". Io non ho risposto. Non gli ho detto: "Io amo solo con il corpo, non ho altri modi per esprimere l'amore".
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Ha detto Ibn al-Azraq: Ogni desiderio che l'uomo asseconda gli indurisce il cuore, eccezion fatta per l'atto sessuale. Ecco io ci tengo a mantenermi tenero il cuore.
Se anche succedeva di parlare di sesso con qualcuno, mi ero abituata a restare su un livello teorico. Potevo citare episodi tratti dai libri che leggevo o dalla vita degli altri, ma la mia, di vita, la tenevo ben nascosta in una lampada che strofinavo quand'ero sola perchè ne uscisse il genio dei miei ricordi.
E' arivato il Pensatore e gli ho detto di si.(..)A letto gli ho parlato delle mie letture clandestine e i due segreti si sono mescolati uno nell'altro per diventare un unico fiume. (..)
Con lui, penso di aver raggiunto uno stadio di consapevolezza del sesso che sarebbe impossibile dissociare dalle mie letture. La pratica ha incorportao la teoria: un incontro del genere non poteva che scatenare scintille.(..) La libertà di espressione degli autori antichi mi sfidava con parole che non avevo il coraggio di usare, nè parlando, nè scrivendo. Una lingua eccitante. Non potevo leggere una riga senza bagnarmi. Nessuna lingua straniera riesce ad eccitarmi in questo modo. Per me, l'arabo è la lingua del sesso. (..) I testi erotici arabi fanno parte del mio patrimonio culturale. Parte del mio immaginario. Della mia vita sessuale. Prima del Pensatore, con lui e dopo di lui. Nel cuore di questo intreccio di esperienze, dipanare un unico filo è cosa impossibile. La compenetrazione è organica. Si, organica. Quale altra parola pottrei usare?
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Ho un animo poligamo, lo so, come quasi tutte le donne. Ci hanno insegnato il contrario, ma io so di essere poligama per natura. Poligamia non è la parola giusta. Dovrei avere il coraggio di dire "poli amante", o almeno "multi-uomo".
Qualche anno fa, in un'intervista, ho sentito Alberto Moravia parlare della naturale "molteplicità" delle donne. E' stata una rivelazione. Moravia aveva messo in parole quello che già sapevo a livello teorico e già vivevo nella pratica. (..) Ho ascoltato le idee prima o dopo il Pensatore? Di preciso, non lo so.
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Il Pensatore è una storia a sè.
Divido la mia vita in due epoche: a.P. e d.P., prima e dopo il Pensatore.
Arrivavo da lui completamente bagnata. Mi bastava pensarlo perchè il sangue cominciasse a ribollirmi dentro. Il Pensatore mi ripeteva : "Sei sempre eccitata. Ti ho visto sempre e solo così". Io sorridevo senza stare a spiegargli che era lui la causa della mia febbre. Mi gettavo su di lui e la sua analisi trovava conferma.
(..) Prima di ogni altra cosa, faceva scivolare il dito tra le mie cosce per controllare "il miele", così lo chiamava. Lo assaggiava e poi poi mi baciava spingendomi la lingua fino in fondo. Io gli dicevo: "E' evidente che stai obbedendo alla lettera alle disposizioni del profeta e metti in pratica il suo insegnamento: Che nessuno di voi prenda la sua donna come fanno gli animali. Che tra voi ci siano dei messaggeri: il bacio e la parola. Cosa peraltro confremata da 'Aishà, la sua sposa preferita: Il Profeta di Dio, quando baciava una di noi, le succhiava la lingua".
Come potevo ignorare questa eredità? Ma non c'era bisogno di ricordargliela: in queste cose è un musulmano d'eccellenza. Come me.
Andavo da lui al mattino, prima del lavoro. Facevo le scale di corsa: Avevo appena suonato che lui apriva veloce la porta, come se mi stesse aspettando, ancora mezzo addormentato. Mi spogliavo e scivolavo nel letto, eccitata. Lo abbracciavo e mi mettevo ad annusarlo. Lui scostava le coperte e, lentamente, mi passava la mano sul corpo, dappertutto. Serio e felice, si godeva il mio miele. Io lo percorrevo tutto con le labbra, i miei occhi si aprivano, mi si apriva il corpo. Trovavamo il nostro ritmo, l'equilibrio tra la mia impazienza e il suo gustare lentamente il piacere. Il tempo passava senza che ci staccassimo. Senza che ci fermassimo. Sotto di lui, sopra di lui, al suo fianco, di pancia, in ginocchio. Tra una posizione e l'altra mi ripeteva la sua solita frase: "mi è venuto un pensiero". Non era mai a corto di idee, lui, e io amo la filosofia, il mondo delle idde e dei pensieri. E così l'ho chiamato il Pensatore.
--
(..) Ha detto (il pensatore n.d.r.): "Ci sono due tipo di donne: la donna lattugha e la donna tizzone". E io?" gli ho chiesto maliziosa: Lui non risponde, preferice attirarmi a sé. Mi distendo sopra di lui, assaporo la sua saliva mentre mi bacia gli occhi e le labbra. Mi accarezza il ventre, io apro le gambe. Lui mi penetra in profondità per consumarsi insieme a me. Mi sarebbe piaciuto domandargli: "E gli uomini? Di quanti tipi sono, gli uomini?", ma stavo godendo e mi sono dimenticata di chiedere.||

giovedì 1 gennaio 2009

Tempo che passa, tempo che viene

L'ho scritta domani, tra un'ora o due, o tra qualche anno..

Corro piano piove lento.
Tappeto di marciume sotto alle scarpe
melma salmastra e grigio di mare.
Chissà se anche tu vedi questo freddo e queste nuvole tetre
o sei solo coi tuoi sogni
dove io ci sono e non ci sono.

A pensarci bene io non tremo affatto
Non sento freddo
Sto bene
mi solletica la pioggia che mi cola sul volto
e mi scivola dalle mani.
Anche bagnata così
potrei scaldarti
dal buio e dal freddo

e dalla pioggia
nell'ozio vuoto delle vacanze
o nella frenesia di tutti i giorni.
Potrei farlo sempre

Basterebbe soltanto che tu mi sognassi